Non può apprezzare realmente la democrazia chi è nato in un paese libero, chi non ha mai provato il brivido sottopelle durante l’apnea del silenzio e poi poco prima di affogare respira la libertà.
Garofano rosso © Agnese Lieggi
Lisbona, 25 Aprile del 1974. Joana.
“Pochissimi possiedono la TV, pochi i fortunati a possedere la radio. Ma ci siamo riuniti ad ascoltare il comunicato più bello, chi possiede la radio invita amici e parenti, la condivisione è una caratteristica che ci accomuna, è nelle nostre vene.
Oggi è un grande giorno, ci sono garofani rossi ovunque!
Cabo da Roca, Lisbona. Jgrygowski
Sono nata in un paese stupendo dove puoi affacciarti da una scogliera e sostare per ore ad immaginare, puoi salpare alla scoperta di ogni nuovo mondo. Osservi le onde giocare con gli scogli, che a volte frustano i silenzi di troppe paure. Una finestra sul mondo che attinge alla memoria di olfatto, riesci a sentire quel profumo, quella fragranza dell’appartenenza al tuo Paese, quel sentimento del grande amore per i sogni di libertà a cui non puoi sottrarti.
Sono cresciuta così, ho sempre avuto bisogno ogni tanto di andarmi ad affacciare lì e sostare, soprattutto quando cammino per strada con scarpe di ferro e il suono dei miei passi sull’asfalto è una musica piuttosto cardiaca. Ho vissuto infanzia e adolescenza sempre al buio, i miei genitori leggevano di nascosto stampa proibita, censurata, indipendente per paura di essere arbitrariamente arrestati, torturati e uccisi, ed io sono stata abituata a raccontare liberamente e a leggere solo a partire dallo scricchiolio della scaletta di legno che portava giù all’interno della nostra cantina. Lì sotto sentivo il peso specifico della solitudine e la mancanza di ossigeno. Di quella solitudine si nutrivano i miei sogni, e si ingrandiva il mio regno segreto.
Leggevo spesso una poesia di Sophia de Mello O Super-Homem:
Onde está ele o super-homem? Onde?
— Encontrei-o na rua ia sozinho
Não via a dor nem a pedra nem o vento
Sua loucura e sua irrealidade
Lhe serviam de espelho e de alimento
Sophia de Mello Breyner Andresen, Livro Sexto, 1962.
IL SUPER-UOMO
Dov’è lui, il super-uomo? Dove?
– Lo incontrai per strada camminava da solo
Non vedeva il dolore né la pietra né il vento
La sua follia e la sua irrealtà
Gli servivano da specchio e da cibo
(Traduzione M. Agnese Lieggi)
Sophia de Mello Breyner Andresen è una poetessa straorinaria, impegnata, la sua poesia è “arte dell’essere”, parola pura, è vocazione ecumenica, vale la pena leggere e farlo fino in fondo. L’uomo descritto non mi piace, essere reale o figura di fantasia. Si tratta di un super uomo fagocitato da se stesso, cammina in totale solitudine per strada, la sua cecità è il suo dramma, non gli consente di provare nulla di ascoltare nulla. È folle, disorientato e vulnerabile. Meglio l’uomo ordinario, volgare, forte, capace di trasformare la disperazione in speranza, le urla di dolore in sorriso, le avversità in forza e spirito di realizzazione.
Oggi è un giorno speciale, è passato quel lungo inverno duro ed egoista, dietro gli occhi percepisco affacciarsi il graffio della primavera, una musica nuova nell’aria, oggi quelli accordi amari dei miei passi si muovono diversamente, sono note ben articolate all’interno del pentagramma. Torno alla luce, oggi è 25 aprile, è il tempo di vivere a pieno vento con il volto rivolto verso l’orizzonte.”
25 de Abril 1974
Esta é a madrugada que eu esperava
O dia inicial inteiro e limpo
Onde emergimos da noite e do silêncio
E livres habitamos a substância do tempo
Sophia de Mello Breyner Andresen, in ‘O Nome das Coisas’
25 Aprile 1974
Questa è l’aurora che io aspettavo
Il giorno iniziale intero e netto
Dove emergiamo dalla notte e dal silenzio
E liberi abitiamo la sostanza del tempo
Traduzione di Federico Bertolazzi (Sophia de Mello Breyner Andresen Come un grido puro traduzione italiana e curatela di Federico Bertolazzi)
Rosso © Agnese Lieggi
- Sophia de Mello Breyner Andresen, Come un grido puro, traduzione italiana e curatela di Federico Bertolazzi, 2013.
- Sophia de Mello Breyner Andresen, Racconti Esemplari, Traduzione di Ambrogio Raso, Introduzione di Clara Rocha, Adriatica editrice. Bari 1993.
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