Intervistiamo il Direttore artistico Federico Sartori
È un maggio caldo a Roma, si respira una grande emozione nell’aria, la città è una cornice unica, storica, affascinante, il luogo ideale per ospitare la nona edizione del Festival del cine spagnolo, una vera e propria magia. Il Cinema Farnese Persol di Campo dei Fiori fa fiorire film sullo schermo, racconta con profondità come le storie dette con gli occhi e la sala cinematografica si trasforma in una vera e propria teca di delicatezza, autenticità e stupore.
L’evento è diretto da Federico Sartori e Iris Martín-Peralta, è supportato da diverse istituzioni, l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’ICAA, l’Acción Cultural Española, l’Ufficio del Turismo Spagnolo, la Reale Accademia di Spagna a Roma, e l’Istituto Cervantes di Roma e Milano.
Marisa Paredes è fra gli ospiti d’onore, come anche il regista Premio Goya Daniel Guzmán che presenta con A cambio de nada, il maestro Fernando Colomo con Isla Bonita, e uno dei personaggi più poliedrici del cinema spagnolo, Luis Miñarro con Stella Cadente, l’edizione del festival rende omaggio al Messico, a Cuba.
Scopriamo il Festival con uno dei direttori dell’evento, parliamo con Federico Sartori.
R.M.: A nome della rivista Mito | Revista Cultural, ti ringrazio per averci concesso questa intervista. Federico, come nasce l’idea di un Festival di cinema spagnolo in Italia e come lo definiresti.
F.S.: L’idea è nata quando ci siamo accorti, 9 anni fa, che in Italia un evento che desse realmente spazio e visibilità al cinema spagnolo, che ha e ha avuto forti vincoli con il cinema italiano, effettivamente non esisteva. Gli unici nomi noti erano e sono sempre gli stessi, Almodóvar, Penélope Cruz, Amenabar… altri autori o interpreti erano (e in parte lo sono ancora) praticamente invisibili in Italia. Fondare allora il festival è stato come colmare un vuoto. E per colmarlo serviva fondare una manifestazione capace d’essere una finestra aperta sul cinema spagnolo di qualità sia contemporaneo che classico ma allo stesso tempo anche piattaforma d’incontro tra addetti ai lavori, un punto di scambio tra professionisti –attori e registi, in primis- e il pubblico.
R.M.: Ci parleresti dei film proposti all’interno del festival?
F.S.: Ci teniamo a sottolineare che tutte le proiezioni sono in versione originale sottotitolata in italiano. Il festival ha questo punto fermo, e normalmente è strutturato in sezioni: La Nueva Ola è una selezione dei migliori film dell’ultima stagione, spesso inediti in Italia; proponiamo poi una retrospettiva a tema (ad esempio, la commedia spagnola, la guerra civil, …) con film più classici o comunque non contemporanei; c’è sempre poi un omaggio a una cinematografia o a una figura di rilevanza internazionale del cinema spagnolo o latinoamericano; infine il programma è costellato da eventi speciali legati al vincolo tra Italia e Spagna o a tematiche di attualità, per trasmettere i valori della solidarietà, dell’antirazzismo, di uno sguardo sul mondo etico oltre che estetico.
Marisa Paredesn en Tacones lejanos (1991)
R.M.: Qual è il pubblico del festival?
F.S.: Dipende da città a città. Certamente si avvicina al festival chi sente affinità o curiosità per la cultura e la lingua ispanica e latinoamericana; ma ci sono molti cinefili che hanno imparato a seguire la manifestazione per quanto dicevamo prima: film inediti, di qualità, in versione originale sottotitolata. Le proiezioni dirette alle scuole e agli studenti di lingua (programma Público Joven) hanno poi creato un pubblico giovane che nel tempo si è andato infoltendo.
R.M.: Quali sono stati gli ospiti più eclettici? Ci racconteresti degli aneddoti?
F.S.: In tutti questi anni, in cui il festival si è caratterizzato per la sua itineranza, sono passati molti ospiti, come David Trueba, Maribel Verdú, Victoria Abril, Javier Cámara, Paco León, Agustí Villaronga, Isabel Coixet, Eduard Fernandez, Enrique Urbizu, Ventura Pons, José Coronado, Marian Alvarez, Mariano Barroso, Julian Villagran, Daniel Burman, Carlos Saura… e molti altri non meno importanti. Aneddoti ce ne sarebbero tanti, come quella volta che a Maribel Verdú si ruppe un tacco un’ora prima di presentare l’evento speciale di chiusura al Teatro Civico di Cagliari davanti a tutte le autorità riunite, e nel panico, all’ultimo minuto, trovammo una hostess che calzava lo stesso numero di piedi… Maribel salì sul palco con un sorriso così smagliante, bellissima, che pareva che quei tacchi fossero suoi da sempre.
R.M.: Quali sono le prossime tappe del Festival?
F.S.: Dopo Milano (Auditorium San Fedele 27-29 maggio), il festival farà tappa a Trieste (cinema Ariston 30 e 31 maggio) e Perugia (cinema Zenith 14-16 giugno). Durante l’estate lanceremo “España te quiero” per le arene estive di tutta Italia, con una selezione di film passati per il festival negli ultimi 2 anni.
R.M.: Ringrazio l’Ambasciata di Spagna in Italia e Juan María Alzina per averci fatto conoscere e per aver avuto l’opportunità conoscere il festival anche attraverso l’intervista che ci hai concesso durante la puntata dedicata al Festival del cine español di Bari Vale (programma radiofonico di diffusione della cultura spagnola, a cura di Dicunt e Radio Bari). Grazie per la tua disponibilità Federico!
F.S.: Grazie a voi… y hasta muy pronto.
¿CÓMO CITAR ESTE ARTÍCULO? : «L’Italia celebra il Cinema spagnolo attraverso la 9ª edizione del Festival del cine español». Publicado el 29 de mayo de 2016 en Mito | Revista Cultural, nº.33 – URL: |
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