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Mito | Revista Cultural
Italiano, Música

La canzone, urgenza espressiva di un linguaggio contemporaneo

Por Maria Agnese Lieggi el 24 noviembre, 2014 @agneselieggi1

 “Hannah” di Paolo Benvegnù.

“Ancora un’altra volta” di Antonio Tuzza.

 

La canzone … un disegno, uno schizzo, una fotografia che cattura istanti, ospita parole e idee, raccoglie attitudini, tendenze, gusto, ironie, inclinazioni di tempi e luoghi, sopravvive a rivoluzioni lessicali, apre l’obiettivo su temi esistenziali o minimalisti. Descrive, narra, racconta, illustra persone e sentimenti.

L’ascolto di certe canzoni d’autore e di certi testi, è un vero e proprio viaggio fantastico, allegorico. Una partita a scacchi solitaria che non vinci facilmente, in cui reale e fantastico si mescolano racchiusi in simboli non sempre traducibili in immagini, ma che ti rimandano a sensazioni forti ed evocative, piccole sfide che ti spingono ad ascoltare sempre più e che ti istigano a spiare dietro quella tenda sottile di velo fino a che quell’emozione iniziale non si trasforma in una figura del tuo pensiero, una sensazione paragonabile alla lettura della poesia pura, però per certi versi più maneggevole e semplice.

La canzone in tutte le sue forme ha sempre avuto una vita autonoma fra colto e popolare, dal lontano passato al presente più prossimo.

Mester de JuglaríaMester de Juglaría

Allora faccio una capriola all’indietro e scivolo, come Alice in discesa verso la tana del Biancoconiglio, fino ad arrivare alla più antica forma metrica della lirica d’arte in letteratura, la prima forma di canzone. Le forme a noi note sono la “cansó” provenzale piuttosto che nella tradizione spagnola “Mester de juglaría” che nasce nelle strade delle città, nei saloni dei castelli, artisti di strada chiamati “juglares” diffondevano per tutto il paese racconti epici e liriche che cantavano e che accompagnavano con vari strumenti. In Italia si diffondono le arie di corte ed i madrigali … la canzone diventa il modello fondamentale da cui nasce la lirica colta, attraversa secoli, nelle sue varie coloristiche, si distingue sempre per il suo sublimare di parole e note.

Nel presente, in Italia, Earth Hotel (Woodworm, 17 ottobre 2014), un album meraviglioso firmato da Paolo Benvegnù, un poeta un visionario che riesce a disegnare emozioni in dodici tracce, dodici piani in ascesa, dodici prospettive diverse amorose e sentimentali.

Questo disco racconta con urgenza storie universali, persone, stanze amori di ogni tipo, l’amore sussurrato, quello che non lascia nessuna traccia.

“Hannah” il penultimo brano, l’undicesimo piano del racconto in tensione ascendente, fino al dodicesimo piano. Questa canzone racconta suggestioni poetiche che riesci quasi a vivere e si mescolano splendidamente alle note:

.

Hannah

Cuore del mio cuore del mio sangue

Dormi, dormi

 

Dormi, tenendomi per mano

E senza dirmi addio

 

Tu che puoi dissolvere le Ombre

Dormi, dormi

Dormi, ché ho inventato un mondo nuovo

Solo per te

 

Io ci sarò sempre

Come il chiarore delle stelle

Dormi, dormi

 

Chiudi gli occhi per imparare a perderti

Per rincorrerti in sogno

e non prenderti mai

 

Seme del mio seme

Io sono fango e tu mi rendi un fiore

Dormi

Io guarirò per te

 

Nelle tue mani la fatica e l’orizzonte

Dormi, dormi

Dormi, ché la tua vita non ha fretta

Ed è la sola cosa che avrai.

 

E un giorno chiuderai gli occhi

Per capire di ciò che è stato

Quel che rimane

 

Ma adesso è qui, Amore mio

Lasciati respirare

In questa stanza vuota

Che si riempie della luce del mattino

E nei tuoi occhi aperti

Verticali verso l’orizzonte

Dove non c’è Paura, Miseria e Delusione.

 

Ti costruirò un aereo di carta, leggero

Mi porterai a volare

E per la prima volta

Vedremo il mondo cambiare

 

Cuore nel mio cuore del mio sangue

Dormi

 

Una canzone apparentemente di una semplicità disarmante, primaria, la musica tende a non sovrastare la narrazione, è forte la voglia di lasciarsi andare tra i versi, come quando è bonaccia e ti lasci portare dal mare, galleggiando, dimenticandoti di chiederti se la riva è lontana.

Si tratta sicuramente di amore, non abbiamo luogo, tempo e personaggi, emerge solo il sentimento sotterraneo dell’amore, quello puro, quello senza tempo, e non c’è “ti amo”, una lacrima, la luna, c’è molto di più, c’è quella passione a cui non puoi non concederti, in cui si riconosce il genere umano che ti rappresenta nella sua universalità.

Antonio Tuzza. Foto Fabrizio Rossiello, gennaio 2011Antonio Tuzza. Foto Fabrizio Rossiello, gennaio 2011

La canzone sopravvive ancora con tutta la sua forza poetica di linguaggio, resiste libera e vera.

E mi viene in mente, un altro brano: “Ancora un altra volta” di Antonio Tuzza, musicista, compositore, cantautore italiano di talento. Scelgo questo brano come esempio di linguaggio cantautoriale, di lirica diretta, caratterizzato da una poetica intimista:

 

Ancora un’altra volta

Io vorrei sapere che ne pensi di queste circostanze che ci rincorrono

Se non fosse il caso di fermarsi e ripensare tutto ancora un’altra volta

 

Sono stufo degli scollamenti e delle ambientazioni che suggestionano

Perché poi mi inducono pensieri di segni sovrapposti e nubi scrupolose

 

Io vorrei sapere se ogni tanto ti capita d’avere pensieri un po’ malsani

Non sto cercando la complicità ma almeno per capire se anch’io sono normale

 

Io vorrei sapere che ne pensi se io mollassi tutto e sparissi per un po’

Per lasciare riposare questa fonte, la sorgente di veleni che è la mia chitarra

 

Io vorrei sapere che ne pensi se strappassi le mie braccia

Così come si strappa una fotografia

e tutto quel passato che ti vomita addosso ogni volta che ti spia

 

io vorrei sapere che ne pensi e se in queste circostanze faresti come me

se abbia ancora un senso darsi tanta pena soltanto per rincorrere il prossimo declino

 

si, vorrei sapere che ne pensi perché forse non ti è chiaro

ma quello che tu pensi è per me così importante

anche per uno come me legato mani e piedi al suo egoismo maledetto

 

forse non c’è niente da capire ma solo da accettare

una volta e per sempre che ormai questa stanchezza è condizione permanente

allora sì che è il caso di fermarsi e demolire tutto

ancora un’altra volta

.

Musica e testo Antonio Tuzza

Antonio Tuzza. Live Maggio 2014Antonio Tuzza. Live Maggio 2014

E’ a mio avviso una canzone perfetta, racconta con urgenza, spara addosso le emozioni, l’intera narrazione è in tensione, racconta con passione, preoccupazione e attesa. La musica è un esplosione di energia, un rock passionale autentico, che entra in rapporto simbiotico con il testo e con le parole, quelle parole hanno bisogno solo di quelle chitarre e di quei bassi.

All’inizio hai quasi l’impressione di sentirti sopraffatto da un senso di rassegnazione o di sconfitta legato alla vita, invece, se tieni gli occhi ben chiusi e ascolti, hai la visione di quella illogica logicità dell’ essere, della vita. Neanche tu che ascolti riesci a dare una risposta alle colpe che ognuno di noi si da per sentirsi sollevato e magari per poter dare un ordine alle cose.

Questi quesiti aperti raccontati con un cinismo un po’ amaro sono nugolo di stimoli aperti a riflessioni su argomenti così profondi che non ti fanno respirare, un sentire umano in cui ti ritrovi, a volte felice a volte no, e l’autore ci canta proprio quell’emozione senza tempo del vivere che ci descrive a pieno.

Attraverso l’ascolto di questo brano sono riuscita a vedere ciò che l’autore ha descritto con impellenza: quello che siamo.

Portada: Pablo Picasso. Nu couché et homme à la guitarre (1972)


  • Historia de la literatura española, José García López, Barcelona, Vicens Vives, 1978 (1ª edición: Barcelona, Teide, 1948).
  • http://www.paolobenvegnu.com/
  • Paolo Benvegnu, Earth Hotel Woodworm, 17 ottobre 2014.
  • http://www.tuzza.it/
  • https://www.youtube.com/watch?v=lKgEpIgbrOQ
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Maria Agnese Lieggi

Italiana, vive y trabaja en Bari. Licenciada en Lenguas Extranjeras por la Universidad de Estudios de Bari, es traductora freelance y especialista en escritura técnica. Su formación académica y su posterior bagaje personal son elementos fundamanteles para su amor creciente por la literatura y por todas las formas de Arte Contemporáneo. Actualmente escribe y conduce un programa radiofónico de difusión de la cultura española en Italia ¡Bari Vale! de Radio Bari 88.8 en FM www.radiobari.net

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© 2019 MITO | REVISTA CULTURAL. Prohibida la reproducción total o parcial del contenido protegido por derechos de autor. ISSN 2340-7050. NOVIEMBRE 2019.

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